Il 2021 è stato definito da tanti giornali, numerose riviste e diversi blog tematici come “l’anno della letteratura africana” perché i premi più prestigiosi sono stati vinti da autrici e autori da tutto il continente africano. Abbiamo chiesto un commento e un approfondimento a Chiara Piaggio, scrittrice, antropologa esperta (e appassionata) di culture africane che da diversi anni collabora con il FESCAAAL per AfricaTalks, l’evento promosso insieme a Fondazione Edu. È da poco uscito per Feltrinelli il volume Africana. Raccontare il continente al di là degli stereotipi curato proprio da Chiara Piaggio con Igiaba Scego
Ecco la nostra breve intervista!
Chiara come hai accolto le notizie dei successi della letteratura africana nel 2021?
“Era nell’aria da tempo, quest’anno è successo. I premi letterari assegnati a scrittori africani sono stati una valanga inarrestabile: dal Nobel al Booker Prize, passando per il Goncourt, il Camões, il Neustadt, il Pen Pinter prize, l’International Booker Prize e altri ancora. Gli autori africani non interessano più solo una nicchia di appassionati, ma il grande pubblico.”
Qual è l’effetto di questi importanti riconoscimenti?
“Certo, ad essere premiati e conosciuti in Occidente sono soprattutto gli autori della diaspora ma a loro va il merito di aver fatto conoscere al mondo la letteratura africana. E, soprattutto, di aver smosso l’interesse di un nuovo pubblico di lettori all’interno del continente d’origine: nei giorni del Goncourt le librerie di Dakar sono state prese d’assalto, poco dopo l’annuncio del Nobel a Zanzibar si sono accese intense discussioni sui temi di appartenenza e identità, i social network sono stati, a più riprese, invasi di commenti e consigli letterari.”
Cosa possiamo augurarci?
“L’auspicio, ora, è che questo successo offra un’ulteriore spinta all’editoria africana, e non solo in Nigeria, Sudafrica, Tanzania. Perché i diritti dell’immenso patrimonio di storie non ancora raccontate, d’ora in poi, vengano custoditi in Africa.”
I premi e gli autori
Nobel per la Letteratura a Abdulrazak Gurnah, nato a Zanzibar, tra i protagonisti più significativi e originali della letteratura africana e post-coloniale a cui ha contributo anche come ricercatore.
Il Booker Prize, il premio per il miglior romanzo in lingua inglese, a La Promessa, ultimo romanzo del sudafricano Damon Galgut, autore di successo della generazione letteraria post-apartheid.
Il Premio Camões, al miglior autore in lingua portoghese, è stato vinto dalla scrittrice Paulina Chiziane, un punto di riferimento per la letteratura mozambicana (e non solo), riconosciuta come la voce delle donne africane.
Il Goncourt, assegnato al miglior romanzo in lingua francese, è andato al giovane scrittore Mohamed Mbougar Sarr, originario del Senegal, per la sua opera La plus secrète mémoire des hommes (La più segreta memoria degli uomini).
Il Premio Neustadt, conferito dall’Università dell’Oklahoma e dalla rivista World Literature Today, allo scrittore senegalese francofono Boubacar Boris Diop.
Il Pen Pinter Prize, conferito ogni anno ad un’autrice o autore residente in UK, Irlanda o del Commonwealth particolarmente meritevole, è stato vinto da Tsitsi Dangarembga, romanziera, sceneggiatrice, filmmaker e attivista dello Zimbabwe.
L’International Booker Prize, che premia ogni anno il miglior libro tradotto in lingua inglese, se l’è aggiudicato At Night All Blood Is Black di David Diop, anche lui senegalese e già vincitore nel 2019 del Premio Strega Europeo per il romanzo Fratelli d’anima.
Forse queste belle notizie dal mondo della letteratura faranno conoscere ancora di più queste autrici e questi autori anche in Italia? Noi speriamo di sì!