Siamo a Cannes!

Come ogni anno eccoci a Cannes, il festival per eccellenza che giunto alla sua 72a edizione presenta il meglio del meglio del cinema internazionale, un vero e proprio punto di riferimento per tutti i professionisti e gli appassionati della settima arte.

Come ogni anno eccoci a Cannes, il festival per eccellenza che giunto alla sua 72a edizione presenta il meglio del meglio del cinema internazionale, un vero e proprio punto di riferimento per tutti i professionisti e gli appassionati della settima arte.

La nostra missione? Sempre la stessa. Raccontarvi Africa, Asia e America Latina sulla croisette e vedere in anteprima i film in uscita nelle sale e che potreste ritrovare a Milano nel programma del prossimo FESCAAAL 2020.

L’Africa e il ritorno del Senegal nella competizione ufficiale

Un grande ritorno quello del Senegal, patria di grandi cineasti, che in questa edizione torna a Cannes nella selezione ufficiale dopo più di 20 anni con Mati Diop e il suo Atlantique in corsa per la Palma d’Oro. La giovane cineasta è figlia d’arte del musicista Wasis Diop e nipote del grande Djibril Diop Mambéty, che abbiamo omaggiato all’ultima edizione del nostro Festival in occasione del restauro di uno dei suoi più grandi capolavori, Hyènes, e della pubblicazione in Italia del libro a lui dedicato. Anche per questo suo film Mati Diop parla del mare, luogo di approdi e partenze e spazio da attraversare per sperare in un futuro migliore.

Sempre nel concorso ufficiale segnaliamo Mektoub My Love: Intermezzo, il secondo capitolo della saga dedicata alla gioventù tunisina del regista Abdellatif Kechiche, già Palma d’oro nel 2013 per La vie d’Adele.

Nella sezione Un Certain Regard, dedicata alle opere più originali dell’anno, una cara amica del nostro Festival, che molti di voi hanno avuto il piacere di incontrare in alcune delle nostre passate edizioni, Maryam Touzani.

Maryam approda a Cannes con il suo primo lungometraggio Adam, una delicata e potente storia di donne ambientata a Casablanca, Marocco, che parla di incontri e di cammini di vita che cambieranno per sempre. Ancora una volta lo sguardo attento di Maryam si dedica a raccontare l’universo femminile e le sue sfaccettature così come già aveva fatto nei suoi precedenti cortometraggi che avete visto al FESCAAAL, come Quand il dorment e Aya Goes to the Beach, entrambi a disposizione in versione DVD e per il noleggio nel nostro Catalogo COEmedia Distribuzione Cinema.

L’Asia tra orsi e palme

Si riconferma anche quest’anno una grande presenza asiatica sulla croisette. Nella nostra selezione dal concorso ufficiale segnaliamo Nan fang che zhan de ju hai (Il lago delle oche selvagge) il film di Diao Yinan di cui vi avevamo presentato nel 2015 il noir Black Coal, Thin Ice (Fuochi d’artificio in pieno giorno), fresco di orso d’oro alla Berlinale di quell’anno.

Passando alla Quinzane des Realisateurs, un festival nel festival dedicato alle produzioni indipendenti, voliamo in Giappone con Hatsukoi di Takashi Miike per trascorrere una notte nella vibrante Tokyo con un giovane boxeur alle prese con il suo primo amore. Con uno stile anarchico e divertente si seguiranno i destini dei protagonisti pronti ad incontrarsi e complicarsi vicendevolmente.

Per la prima volta in selezione a Cannes Midi Z, regista taiwanese nato in Myanmar, che nel programma di Un Certain Regard presenta il suo ultimo film Nina Wu, che approfondisce e declina le difficoltà delle donne nel mondo del lavoro, concentrandosi sulle vicende di un’attrice che si troverà a far fronte ad alcune situazioni complicate. L’opera del cineasta si ispira agli accadimenti che, dopo lo scandalo sessuale Weinstein, hanno colpito il Holluwood e non solo e hanno dato vita al #MeToo movement.

L’America Latina ricorda il passato e guarda al futuro

I nostri consigli per l’America Latina attraversano un ponte di generazioni e generi tra passato e futuro, da Cile e Brasile, in diverse sezioni del festival

Patricio Guzmán, uno dei nomi più noti del cinema cileno, porta a Cannes il documentario La cordillera de los sueños, con il quale continua a mostrare le infinite bellezze del Cile. Insieme ai paesaggi mozzafiato continua a riflettere sul ruolo delle opere documentaristiche e ad interrogare lo spettatore sulla più contemporanea attualità politica del suo paese.

Restiamo sempre in America del sud ma ci spostiamo in Brasile per Bacurau di Kleber Mendoça Filho e Juliano Dornelles, un intrigante film in concorso, descritto come un folle western dei nostri giorni con respiro futuristico, che attraverso le vicende del villaggio di Bacurau, nel rurale nord-est, racconta del Brasile di oggi, tra violenze e atti di resistenza.

Cannes e i riflettori sull’Europa multiculturale

Ingmar Bergman sosteneva che il cinema è la forma d’arte che più delle altre riesce a smuovere le coscienze. Opinione sicuramente condivisa dal comitato di selezione di Cannes che, tra i 21 film candidati a portarsi a casa la Palma d’Oro, ne ha scelti due che in modo particolare puntano i riflettori sulla situazione dell’Europa attraversata da polemiche e tumulti politici.

I fratelli Dardenne, grandi habituées del festival dal loro primo film presentato sulla croisette nel 1996, presentano Le jeune Ahmed, il ritratto di un giovane e del precario equilibrio tra la fede e sconvolgimenti dell’adolescenza. Profondamente segnati dai recenti attentati avvenuti in Francia e in Belgio, i due fratelli del cinema belga, hanno deciso di provare a descrivere ciò che sta alla radice della radicalizzazione religiosa, per raccontare una storia di crescita e per interrogarsi sull’Europa di oggi.

Sempre di Europa e di convivenza tra culture tratta l’opera prima di Ladj Ly, Les Misérables. È un’Europa che brucia, colpita da profonde tensioni sociali e culturali, quella che si vede in questo film, un’Europa dannata, aggressiva e intollerante sintetizzata nelle vicende di violenza in una banlieue parigina, che vuole raccontare sì la Francia, però anche parlare alle periferie del mondo. Chiaro il riferimento del titolo al celebre romanzo di Hugo che con l’opera ha tante cose in comune, a partire dal titolo e dal quartiere in cui film e libro sono ambientati, Montfermeil. L’omaggio è dichiarato anche per la citazione finale “Mes amis, retenez ceci, il n’y a ni mauvaises herbes ni mauvais hommes. Il n’y a que de mauvais cultivateurs.“

Queste sono solo alcuni dei consigli per voi sui film nel programma di Cannes 72, che speriamo di poter vedere presto in sala o al prossimo Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina.

Bon Festival à tous!

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4 Nov 2024